sabato 17 ottobre 2015

“BUON COMPLEANNO DODO’ “

A Crotone, mi sono state conferite targa e tessera di Socio Onorario  
dalla neonata Associazione “DODO’ GABRIELE” .






Quest’anno, alla sua VII edizione, la giornata della legalità “BUON COMPLEANNO DODO’ “ 
dedicata al piccolo DODO’ GABRIELE -  ucciso a meno di 11 anni di età dalla ‘ndrangheta e che oggi compie 17 anni - la GIORNATA DELLA LEGALITA’ è stata organizzata dalla  neonata Associazione “DODO’ GABRIELE” insieme a LIBERA Crotone e LIBERA Calabria.

Crotone, lì 17 ottobre 2015 

venerdì 9 ottobre 2015

Ospite di "SOTTO PROCESSO"



Ospite il 9 ottobre insieme 
all’On. Sebastiano  Barbanti
della trasmissione “SOTTO PROCESSO” 

   

condotta da PIERA DASTOLI,
dagli studi di City One TV.

il link per vedere il video





  


giovedì 1 ottobre 2015

Intervista: "Sui lodi arbitrali e il poltronificio calabrese"


Intervista: L'On. Angela Napoli 
dei lodi arbitrali si era già occupata 
in Parlamento


http://www.senzafili.org/2015/10/01/intervista-l-on-angela-napoli-dei-lodo-arbitrali-si-era-gia-occupata-in-parlamento/?utm_campaign=shareaholic&utm_medium=facebook&utm_source=socialnetwork 


Susanna Camoli 


Regione Calabria definita dalla Corte dei conti di Catanzaro un “poltronificio”, rilevato un buco di bilancio di 120milioni di euro. Si parla ancora di lodi arbitrali, nel 2012 l’ on. Angela Napoli presentò a riguardo un’ interrogazione parlamentare della quale riportiamo un breve pezzo: “tra le ragioni addotte a motivo della bocciatura del bilancio ci sarebbe la significativa e ingiustificata previsione in aumento dei debiti dell’azienda nei confronti dei suoi creditori; in Calabria, nell’ultimo periodo e secondo quanto risulta all’interrogante, sembrano essere stati perfezionati degli strani accordi tra alcune aziende sanitarie provinciali e i loro creditori; molti dei sopracitati accordi sono stati stipulati con l’ASP di Cosenza e riguardano proprio i crediti verso case di cura; la maggior parte di questi crediti sembrerebbero essere individuabili nelle somme riferite all’extrabudget delle case di cura private accreditate;”
Ad oggi la situazione non cambia, la Sanità continua a sprofondare in Calabria e i calabresi ne pagano i conti. Ne abbiamo discusso in un’ intervista con Angela Napoli, presidente associazione Risveglio Ideale.

  • Ancora una volta a discapito dei soldi pubblici, l’ Asp di Cosenza si affida ai lodi arbitrali, l’ultimo caso è una struttura sanitaria che sarebbe dovuta sorgere a San Giovanni in Fiore e per la quale sono stati stanziati circa due milioni di euro, per un’opera mai realizzata di cui si parla già dagli anni ’90. Nel 2012 lei stessa presentò un’interrogazione parlamentare riguardante l’ Asp di Cosenza, ma a quanto pare a distanza di anni cambiano gli attori (forse) ma non i metodi. Come si è evoluta la situazione in questi anni?
Già nel maggio 2012 con la mia interrogazione parlamentare, trasmessa anche, per eventuali interventi di competenza, alla Procura della Repubblica di Cosenza e alla Corte dei Conti regionale di Catanzaro, avevo denunziato il fatto che il commissario ad acta del tempo aveva provveduto a bocciare il bilancio preventivo dell’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Cosenza e che tra le cause addotte per la mancata approvazione vi era una significativa ed ingiustificata previsione in aumento dei debiti dell’azienda nei confronti dei suoi creditori. Sempre nell’atto parlamentare da me presentato denunziavo, altresì, che mi risultava sembrassero essere stati perfezionati strani accordi in Calabria tra alcune aziende provinciali ed i loro creditori e che molti di tali accordi erano stati stipulati proprio con l’ASP di Cosenza e riguardavano crediti verso case di cura. Parlavo ancora di svariati Lodi arbitrali, per diversi milioni di euro, proprio adottati dall’ASP cosentina. Allora il mio atto ispettivo parlamentare ebbe un forte rilievo sulla stampa regionale, ciononostante sono passati ben tre anni e, a mio avviso, anche grazie al mancato intervento da parte della Magistratura cosentina, pur essendo cambiati i vertici direttivi di quell’ASP, siamo costretti ad apprendere che permane il ricorso ai lodi arbitrali e, guarda caso, sempre per strutture sanitarie private. Registriamo quindi che nulla è cambiato in termini di sperperi, nonostante i costanti tagli nella sanità e le conseguenti penalizzazioni per il diritto alla lite dei cittadini calabresi.
  •  Da quando fece la sua interrogazione ad oggi, sono stati presi provvedimenti? Secondo lei qual’ è il motivo per il quale ancora si assiste a tali “disastri” in un settore di vitale importanza e sul quale non si riesce a smettere di speculare ai danni dei cittadini calabresi?
Purtroppo sono convinta che la mia interrogazione parlamentare sia finita solo agli atti in Parlamento e al Ministero della Salute e giaccia altresì comodamente in qualche cassetto della Procura cosentina, il che’ ha consentito all’ASP cosentina di proseguire indomita nelle sue illiceità a discapito della corretta e necessaria assistenza sanitaria dovuta ai cittadini. Va, altresì, ricordato che l’ASP di Cosenza  e’ stata sottoposta ai lavori di una Commissione d’accesso, la cui relazione, ad avviso del Ministero dell’Interno, non ha portato allo scioglimento. Personalmente, però, è mio convincimento che sull’ASP cosentina permangono forti “protezioni”, in particolare di natura politica, e che, pertanto, si continuano a perpetrare illiceità a vantaggio di alcuni ma a discapito di un perdurante dissesto finanziario che comporta poi tagli nel settore e, quindi, scarsa garanzia per il rispetto del diritto alla salute.
  • Nonostante gli scandali, le indagini e le “irregolarità” che si susseguono negli anni, la Regione Calabria non smette di scrivere pagine negative per la nostra terra. Negli ultimi giorni, infatti, la Corte dei conti di Catanzaro ha definito la Regione Calabria un “poltronificio”. Come si legge da “Il fatto quotidiano” si è rilevato: “Un bilancio con un buco non inferiore a 120 milioni di euro: 32 provenienti dai debiti fuori bilancio (che non sono stati conteggiati e privi di qualsiasi copertura finanziaria), gli altri 88 determinati dalla modifica della normativa sulle anticipazioni di liquidità in tema di spese sanitarie”. Cosa ci dice a riguardo?
Forse il comune cittadino potrà anche essersi sorpreso nel leggere i vari articoli riportati su Il Fatto Quotidiano, relativi ai rilievi evidenziati dalla Corte dei Conti sulla Regione Calabria, ma personalmente ne ero consapevole. Da anni, con responsabilità delle Amministrazioni succedutesi, indipendentemente dal colore politico di appartenenza, la Regione Calabria e’ diventata un comodo “poltronificio”; basterebbe ricordare il famoso “concorsone”, gli incarichi di consulenze o quelli affidati senza alcun concorso selettivo, l’elevato numero di incarichi dirigenziali assegnati in spregio di qualsiasi normativa vigente in materia, gli uffici regionali creati “ad hoc” (vedi “caso Sarlo”), ecc. Questa situazione, perdurante nel tempo, a mio avviso è dovuta ad una specie di grazia di impunità per i responsabili e per quella parte del mondo politico, di colore trasversale, che ha fatto della Regione il proprio impero elettorale.
  • Sempre da “il fatto quotidiano”: “Allo stato dell’analisi, difatti, si evidenzia un netto negativo, che possiamo tranquillamente chiamare buco di bilancio, pari a più di trentadue milioni di euro. Situazione peggiorata rispetto al 2013. Tutto questo poteva essere evitato con l’adozione di adeguati quanto dovuti correttivi durante l’esercizio finanziario, in modo da evitare che gli impegni di spesa superassero le risorse accertabili”. La situazione è peggiorata anche quando si pensava che peggio non potesse andare. Spesso le abbiamo chiesto come mai accade questo, e la risposta pare essere sempre una, si pensa ai propri interessi e non a quelli dei calabresi, ma la domanda sorge inevitabile. E’ possibile che non si riesce a lavorare sugli ormai gravissimi problemi della Calabria in modo serio e competente? Cosa direbbe all’ attuale governatore?
Il buco individuato dalla Corte dei Conti nel bilancio regionale è conseguenza di una politica fallimentare e della gestione disastrosa, a volte “di comodo”, delle finanze pubbliche. Gli eccessivi impegni di spesa, infatti, superiori alle risorse accertabili, sono proprio dovuti ad una insana gestione della cosa pubblica, sicuramente per nulla assimilabile a qualsiasi corretta gestione di un bilancio familiare. Se è vero che spese ingenti possono essere legate ad interventi emergenziali, è altrettanto vero che non si è mai fatta una programmazione utile alle necessarie fasi di prevenzione. Non dimentichiamo, poi, che la Regione Calabria è stata gestita da Amministratori che si sono resi responsabili del buco di bilancio creatosi nel Comune di Reggio Calabria e di conseguenza…E per concludere, pur con la consapevolezza di tirarmi addosso un mare di critiche, mi sono persuasa che forse il Governo Renzi avrebbe dovuto abolire le Regioni piuttosto che le Province.